sabato 3 ottobre 2009

18 giugno AVEIRO-VISEU

Sulle orme di Saramago


Oggi pare una giornata decisamente più fresca (24.5°C nella stanza). Sono nel chiostro dell'ex monasteiro de Jesus, ora museo di Aveiro. Tira un'arietta fine che solo ieri non osavo neppure immaginare. Il museo di domenica non solo è aperto, ma gratis.

Mi sono svegliato bene questa mattina: fresco e riposato. Ho fatto colazione "continentale" in albergo, un hotel che ha visto tempi migliori, forse sotto la dittatura? ma che conserva comunque il fascino del tempo. La sala è tutta in legno e scricchiola come l'interno di un brigantino. Le cameriere sono anziane e tante per i clienti del giorno, le loro divise vecchie, i modi desueti. E' un posto dove non si faticherebbe ad immaginare, seduto ad un tavolo, la faccia abbattuta e spenta del Pereira di Mastroianni. La facciata settecentesca invece è davvero bella e ben conservata.
Per le strade quasi deserte mi diverto a scattare qualche foto. Osservo la gente uscire dalla funzione nella chiesa della Misericordia. La facciata con portale manuelino e azulejos è davvero bella, ma non è esposta bene al sole, non so se la foto sarà proponibile. Osservando attentamente le facce e i movimenti dei fedeli, intuisco, o mi pare d'intuire, che questi portoghesi assomigliano agli italiani di 20/25 anni fa'. E' una sensazione che non trova ragioni plausibili, ma spesso le impressioni di pelle sono anche le più giuste.

Poi, invece di tornare al Campus a distanza di 5 anni, il sole a picco mi fa decidere per le spiagge.
C'è una lunga lingua di terra tra il mare e la laguna (la chiamano Costa Nova), con tante villette allineate disegnate dagli architetti locali, ma ci sono anche esempi speculativi e casette di pescatori; queste ultime sono le più caratteristiche con le doghe verticali in legno colorate alternativamente in bianco e rosso o verde o blu o ... Ritorno con la mente allo scorso anno, a Peniche, a Nazarè, a Figueira da Foz.
Prendo un campione di sabbia, abbastanza chiara, per la collezione. La spiaggia è dietro una duna che però non impedisce la vista del mare ed è poco affollata. Lavo una mela sotto il doccione rimasto aperto al massimo e la mangio, gustandone il sapore aspro. Non è il caso di fermarsi, e proseguo per Ilhavo.

Qui dovrei visitare il museo navale che però è chiuso per ristrutturazione e ampliamento. Il museo della ceramica sarebbe invece aperto, ma sono io che non sopporto la ceramica: salto sempre le bacheche e le vetrine nei musei e pensare ad un museo solo di ceramica mi fa star male.
Passo per Agueda quasi senza fermarmi, sono attratto dalla serra di Caramulo. Il paesaggio è davvero inaspettato e l'odore di resina impregna l'aria calda. La strada diventa sempre più tortuosa e sembra di salire senza fine e meta.
A Caramulo c'è solo qualche albergo per la villeggiatura termale e il museo. Oggi non è giorno di musei e non entro neppure in questo: forse perché la sede ha un aspetto kitsch e temo la fregatura. L'ex-sanatorio (ma sarà vero?) è quasi deserto. Il tempo sembra scorrere lento o scorrere affatto; certi scorci sembrano brani alpini, l'aria è pura e ossigenata.
Scendo a precipizio, così come sono salito con lentezza, aggirando la massima pendenza, verso Tondela.

E' un'ora che non si presta a pensieri; se faccio presto posso arrivare a Viseu in tempo per visitare qualcosa.
Ma la città è tutta un cantiere e quindi non posso che perdermi. Ormai è tardi per le visite, allora cerco alloggio, ma non c'è un'indicazione e l'avventura continua... infine trovo una residencia al Moinho de Vento ***, nome evocativo, ma poco rispondente alle aspettative.
E' nella stanza 206 che scrivo queste righe (dall'uscita della gente dalla chiesa della Misericordia). Sono le 23 e sono stanchissimo; inoltre non ho cenato. Il Viaggiatore forse mi ha suggestionato con le sue remore non esplicitate, o forse non era cosa... insomma, se anche a me Viseu ha riservato solo dispiaceri, questo non deve essere un caso e allora, dribblando gli elzeviri del Viaggiatore, affermo direttamente che l'ospitalità deve essere sconosciuta in questa landa.
Stasera almeno l'A.C. funziona; ciò non toglie che non riesco a fare scendere il termostato sotto i 26.5°C. Vedo in TV la sintesi del GP, con la doppietta Ferrari, indi dormo beatamente.

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